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Bimbo che ride

Cos’è normale e cosa è patologico in età evolutiva?

Il processo psico-fisico di crescita porta a continui cambiamenti nel corpo e nel mondo interiore, che, sebbene normali, possono dar luogo in bambini e ragazzi a crisi evolutive, stati emotivi e comportamenti che necessitano di attenzione e cura per maturare in un sano e fertile percorso di sviluppo.

Spesso i genitori si preoccupano per le difficoltà che i loro figli incontrano in seguito a situazioni di vita particolari o semplicemente nell’affrontare le varie tappe di sviluppo e si possono chiedere se alcuni comportamenti siano segnale di un disagio profondo o parte integrante di un normale percorso di crescita.

Lo Studio di Psicoterapia offre l’opportunità di accogliere questi dubbi, fornendo a genitori e figli uno spazio adeguato per esplorare le difficoltà incontrate e acquisire strumenti e risorse utili ad affrontare le sfide del processo di crescita.

Servizi per l’età evolutiva

  •   Valutazione psicodiagnostica
  •   Consulenza psicologica e psicoterapia
  •   Mindfulness con bambini e adolescenti
  •   Psico-educazione per imparare a conoscere e gestire più efficacemente le proprie emozioni
  •   Sostegno alla genitorialità (individuale e di coppia)
Mamma che abbraccia neonato

Post partum e gestione del neonato

Ogni donna affronta la nascita del proprio bambino in modo assolutamente personale e, sebbene non esista un vissuto giusto o sbagliato nell’approcciarsi alla maternità, la nostra cultura spesso ancora propone stereotipi che possono far sentire una neo-mamma incompresa e inadeguata.

L’arrivo di un figlio è un cambiamento importante e certamente fonte di gioia e novità, tuttavia comporta per i genitori profonde trasformazioni non sempre semplici da gestire sia nel proprio mondo interno, che nella coppia e nella routine familiare.

Sempre più spesso, inoltre, nella nostra società le neo-mamme si trovano ad affrontare la nuova quotidianità da sole, senza poter godere di una rete sociale di supporto che possa alleggerirne la fatica sia fisica che mentale.

Lo stesso bambino potrebbe presentare delle patologie fisiche che destano preoccupazione nei genitori, o anche soltanto dei problemi fisiologici e transitori come coliche intestinali e reflusso gastro-esofageo, non preoccupanti ma molto stressanti da gestire per chi lo accudisce, soprattutto se non può essere supportato dalla famiglia di origine o da aiuti sociali esterni.

Se la situazione nel post partum si rivela difficile da gestire per vari motivi, può essere utile chiedere un supporto specialistico adeguato che aiuti la mamma a sentirsi compresa e contenuta rispetto alle proprie difficoltà, evitando che vissuti di ansia, tristezza o inadeguatezza si consolidino nel tempo trasformandosi in problematiche più gravi.

Bambino da solo di spalle

Ansia di separazione

Durante il periodo di inserimento all’asilo nido o alla scuola dell’infanzia, o in prossimità delle prime esperienze di separazione dai genitori, i bambini spesso tendono a manifestare paura e tristezza attraverso il pianto o l’opporsi al distacco dalle figure di attaccamento.

Tale malessere tuttavia tende solitamente a risolversi in modo spontaneo, senza destare particolare preoccupazione negli adulti che li circondano.

A volte, però, può accadere che questi stati d’animo e comportamenti si mantengano nel tempo e risultino eccessivi e inadeguati rispetto al livello di sviluppo del bambino, facendo ipotizzare l’insorgere di un Disturbo d’ansia di separazione.

Il malessere del bambino generato dalla paura di separarsi dalla sua figura di attaccamento primaria, spesso si accompagna alla preoccupazione che accada al genitore qualcosa di brutto, a sintomi somatici (ad es. mal di pancia o mal di testa) o alla difficoltà nell’andare a scuola.

Un supporto psicologico può in questo caso rivelarsi fondamentale per comprendere e prendersi cura di tali vissuti del bambino, aiutando la famiglia a favorirne un sano processo di esplorazione del mondo circostante.

Bambina impaurita sotto le coperte

Paura e ansia in bambini e adolescenti

Ansia e paura sono difficilmente distinguibili quando si parla di bambini e ragazzi.

Mentre per l’adulto, infatti, la presenza e la pericolosità di una data situazione ci permettono di capire facilmente se abbiamo a che fare con un vissuto di ansia normale o patologica (vedi questo post), in età evolutiva esistono paure del tutto normali, se sperimentate in una certa fascia di età, ad es. la paura dell’estraneo in neonati dai 6 mesi di vita, del buio o dei mostri dai 4 ai 6 anni circa, o il timore di sbagliare e di essere rifiutati in pre-adolescenza e adolescenza.

I criteri più utili per comprendere la natura di una paura in bambini e ragazzi sono per lo più il suo persistere in un’età in cui solitamente essa è superata e il fatto che si manifesti di frequente, intensamente e continui a comparire nel tempo.

Spesso i bambini che soffrono di ansia evitano la situazione temuta e qualora non possano farlo, manifestano comportamenti di disagio e sintomi fisiologici quali tachicardia, rossore in viso, tremori, disturbi gastrointestinali, sudorazione, ecc.

I Disturbi d’Ansia in età evolutiva meritano di essere accolti con prontezza, al fine di poter aiutare i genitori a comprenderli e mettere in atto comportamenti efficaci per favorire nei figli lo sviluppo di quelle risorse utili ad affrontare ciò che temono, evitando che perduri nel tempo.

Bimba che mangia

Somatizzazioni, problemi di sonno e di alimentazione

Durante lo sviluppo problemi del sonno o di alimentazione possono essere del tutto frequenti e normali e spesso sono legati a caratteristiche temperamentali del bambino o a modalità educative familiari.

Ad es., soprattutto in bambini da zero a tre anni, difficoltà di addormentamento o risvegli notturni anche frequenti, spesso tendono a ridursi spontaneamente con la crescita del piccolo; lo stesso vale per la selettività verso alcuni cibi che può essere legata ai gusti personali del bambino che si mantengono nel tempo, ma anche alla volontà di differenziare le proprie scelte da quelle dell’adulto, opponendosi a ciò che gli viene proposto e dimostrando in questo modo di “essere grande a autonomo”.

Tuttavia in alcuni casi tali difficoltà permangono nel tempo e tendono invece ad aggravarsi, portando a un disagio piuttosto importante in famiglia.

Se il sonno non si normalizza con il tempo può generarsi un Disturbo del sonno, con difficoltà nell’addormentarsi e i frequenti risvegli notturni che portano ad agitazione e stanchezza durante la giornata.

Anche per quanto riguarda la selettività verso il cibo, qualora porti ad un calo ponderale o a carenze di sostanze nutritive, può rivelarsi utile un supporto specialistico volto a comprendere le cause di tali problematiche.

Spesso, infatti, è il corpo che parla dei nostri stati d’animo, in particolare di quelli che fatichiamo ad esprimere e metabolizzare.

Alcuni bambini, inoltre, possono lamentare frequenti malesseri fisici che non trovano una causa con accertamenti medici (somatizzazioni), o preoccuparsi eccessivamente per un difetto fisico che ritengono di avere (dismorfismo corporeo).

Anche in questi casi si tratta di emozioni e convinzioni che faticano a trovare spazio e voce e possono così tradursi in Disturbi da sintomi somatici.

Bimba che si copre il viso

Depressione

Come ogni emozione, anche la tristezza può essere considerata uno stato d’animo sano e normale, utile a segnalare agli altri il bisogno di essere compresi e supportati.

Ciò vale anche nel caso di bambini e adolescenti, che attraversano le varie fasi di crescita emotiva e cognitiva e stanno imparando a conoscere e gestire le proprie emozioni.

Tuttavia, se la tristezza tende a perdurare nel tempo e ad influenzare vari aspetti della vita della persona portando a disturbi del sonno, dell’appetito o perdita di interesse e piacere nello svolgere attività fino a poco prima apprezzate, vale la pena occuparsi di tale emozione, dando ad essa significato e voce.

La Depressione, nelle sue varie forme, può purtroppo riguardare anche bambini e ragazzi e manifestarsi con umore triste, ma anche con sbalzi di umore, irritabilità e nervosismo, stati d’animo che non vanno confusi con la normale altalenanza di emozioni che caratterizza alcune fasi dello sviluppo.

Giocattoli allineati meticolosamente

Pensieri ricorrenti, rituali e disturbo ossessivo-compulsivo

Nella prima infanzia, la ripetizione frequente di alcuni giochi e azioni è molto frequente e consente ai bambini di sperimentarsi nelle situazioni, sentendosi competenti e acquisendo un senso di efficacia personale.

I rituali quotidiani, inoltre, rassicurano e consentono di prevedere la realtà e di muoversi nel mondo con maggior sicurezza e autonomia.

Da un punto di vista psicologico, anche il pensiero magico, ovvero la convinzione che i propri pensieri ed emozioni possano influenzare la realtà circostante, aiutano a percepire un senso di controllo verso il mondo circostante, diminuendo ansia e incertezza.

Tuttavia, a volte, l’ansia che il bambino prova nei confronti di alcune situazioni che lo spaventano può diventare molto difficile da gestire e manifestarsi attraverso pensieri ossessivi (ricorrenti e intrusivi), che lo portano a mettere in atto dei comportamenti compulsivi (rituali), percepiti come unico modo per scongiurare il pericolo temuto.

In età evolutiva il Disturbo Ossessivo Compulsivo tende ad insorgere tra i 9 e gli 11 anni e rende la quotidianità del bambino e della sua famiglia molto faticosa e difficile, compromettendo spesso vari contesti di vita.

È molto importante ricorrere ad un supporto specialistico tempestivamente, per aiutare i genitori a gestire le difficoltà del figlio in modo più efficace e diminuire la sofferenza del bambino che necessita di imparare a mettere in atto comportamenti più utili per affrontare le proprie paure.

Bimbo arrabbiato

Rabbia, capricci e disturbo oppositivo-provocatorio

La rabbia, come ogni emozione primaria, è fondamentale per preservare la specie umana in quanto ci consente di renderci conto che stiamo subendo un danno.

Solitamente i bambini la manifestano liberamente ogni volta che si trovano in difficoltà nel tollerare la frustrazione ad es. conseguente ad un no imposto dagli adulti: in base alla reazione di questi ultimi, impareranno a comprendere e prevedere i limiti necessari per vivere con gli altri, accettandoli progressivamente.

I conflitti, in quest’ottica, diventano imprescindibili per lo sviluppo psico-emotivo del bambino, in quanto gli consentono di allenarsi nel conoscere e gestire le proprie emozioni, sviluppando empatia e capacità di controllare i propri comportamenti.

La frequenza e l’intensità delle manifestazioni di rabbia dipende in primis dal temperamento (innato) del bambino, ma anche dalle modalità di interazione con chi per lui è un punto di riferimento affettivo.

A volte accade che tale combinazione inneschi delle dinamiche relazionali che portano ad esasperare e consolidare certi comportamenti del bambino e all’insorgenza di un Disturbo Oppositivo Provocatorio.

Questa problematica può portare disagi importanti in vari contesti di vita del bambino, in quanto egli molto spesso si dimostra irritabile e ostile e mette in atto comportamenti vendicativi e di sfida verso adulti e coetanei.

Un percorso psicologico si dimostra molto utile per comprendere quel che mantiene questa problematica e sviluppare nuove risorse per gestire le difficoltà del bambino.

Bambino che medita seduto

Mindfulness con bambini e ragazzi

Il centro offre la possibilità di interventi di Mindfulness individuali e di gruppo per bambini di varie fasce di età.

La mindfulness è un atteggiamento mentale che favorisce la consapevolezza di ciò che accade nel momento presente dentro e fuori di noi; è un allenamento mentale che può essere appreso mediante la pratica meditativa e consente di ampliare la possibilità di scegliere come rapportarci a noi stessi, agli altri e a ciò che accade, piuttosto che esserne travolti o reagire impulsivamente.

Negli ultimi anni la Mindfulness è stata sperimentata con risultati incoraggianti anche nell’ambito dell’età evolutiva, offrendo un aiuto significativo a bambini e ragazzi, in particolare in caso di ansia, depressione, disattenzione e iperattività, difficoltà di gestione di rabbia e comportamenti impulsivi.

Numerosi studi evidenziano la sua utilità nel migliorare l’autostima, la capacità di attenzione e di gestione delle emozioni (tra cui ansia, rabbia e tristezza).

Praticata da genitori e figli, inoltre, ne favorisce la relazione e consente una migliore gestione dello stress.