Aborti spontanei e morte intrauterina
Purtroppo non tutte le gravidanze giungono alla fine del loro percorso naturale: esperienze di perdita durante il periodo di attesa di un figlio sono molto più frequenti di quanto si possa immaginare e lasciano nella coppia genitoriale un’esperienza di profonda sofferenza che può essere considerata un lutto a tutti gli effetti.
La differenza tra aborto spontaneo e morte intrauterina risiede per lo più nel periodo gestazionale in cui avviene l’arresto della gravidanza, ovvero prima o dopo la ventiduesima settimana di gestazione.
Tuttavia l’intensità del dolore emotivo che la perdita di un figlio comporta non è legata alla durata della gravidanza, bensì a quanto la coppia avesse investito nell’esperienza di diventare genitori di quel bambino, con cui aveva già iniziato a stabilire una relazione di attaccamento.
La nostra cultura purtroppo non ci prepara a gestire e supportare chi vive tali esperienze di perdita che vengono percepite come fortemente innaturali e spesso inconsapevolmente minimizzate o non affrontate, anche in ambito medico.
Eppure segnano profondamente la vita della coppia che spesso vive sentimenti di solitudine, colpa e vergogna, che possono sfociare in disturbi d’ansia e depressivi.
L’elaborazione del lutto prenatale diviene molto importante affinché la coppia possa accettare ciò che è capitato e affrontare la ricerca di una eventuale nuova gravidanza con maggior serenità e consapevolezza.
Se hai vissuto un’esperienza traumatica di questo tipo, può esserti utile usufruire di un supporto psicologico che ti permetta di comprendere e lasciar andare la sofferenza che un’esperienza così triste porta con sé.