Disturbi d'ansia
L’incidenza dei disturbi d’ansia, negli ultimi anni, è aumentata in modo significativo.
Beck li definisce come “sistemi di allarme ipersensibili” che si attivano per segnalare i pericoli che la persona avverte, ma spesso danno “falsi positivi”, ovvero segnalano un pericolo anche laddove non è presente.
Chi soffre d’ansia tende infatti ad interpretare come eccessivamente pericolose alcune specifiche situazioni che vengono spesso evitate o affrontate con la convinzione di non essere in grado di gestirle.
Tali evitamenti, associati a pensieri catastrofici su ciò che può accadere e a ricordi delle esperienze vissute, fanno si che la problematica si mantenga nel tempo.
Se ritieni di soffrire di un disturbo d’ansia, tieni presente che la terapia cognitivo-comportamentale si è rivelata tra le più efficaci nel trattamento di questa problematica, in quanto interviene in modo piuttosto rapido sul malessere di chi la vive ed è in grado di aiutarlo a prevenire eventuali ricadute che spesso si presentano, ad es., sospendendo una eventuale terapia farmacologica.
Questo approccio aiuta a diventare consapevoli della propria esperienza interna (pensieri, emozioni e comportamenti), a conoscere il funzionamento di queste problematiche e ad imparare a gestirle efficacemente prevenendo eventuali ricadute.
Disturbo di panico
Chi soffre di attacchi di panico riporta solitamente emozioni di intensa paura e di terrore spesso legate a scenari catastrofici e alla paura di morire.
Questi episodi si presentano improvvisamente, hanno una durata circoscritta e sono spesso associati a sensazioni di mancanza di aria o soffocamento, tachicardia, dolore al petto e paura di morire, perdere il controllo o impazzire.
Questo disturbo può essere accompagnato o meno da “agorafobia”, ovvero dall’ansia relativa al trovarsi in situazioni o luoghi dai quali può essere difficile o imbarazzante allontanarsi o dove non è sempre disponibile un aiuto in caso di panico.
Tale problematica può diventare fortemente invalidante per chi ne soffre, spesso infatti ne limita la vita in vari contesti, ad es. sociale e lavorativo, e crea così intensa sofferenza.
Se senti di vivere un disagio simile, intervenire tempestivamente con un supporto psicologico può aiutarti ad uscire da queste dinamiche disfunzionali, tornando a sentirti libero di affrontare le situazioni di vita quotidiana.
Disturbo d'ansia generalizzato
Ciò che caratterizza questo disturbo è il senso d’ansia costante e la preoccupazione eccessiva che si manifestano in varie attività e che persistono da vari mesi.
Il disagio provato non è facilmente controllabile ed è sproporzionato rispetto alla situazione che lo genera.
Se ti trovi a vivere una situazione di malessere di questo tipo, spesso tenderai a rimuginare su ciò che accade, come se inconsapevolmente avessi la convinzione che preoccuparti possa in qualche modo esserti di aiuto nel gestire ciò che temi.
Un supporto psicologico può aiutarti a comprendere questi meccanismi e ad imparare strategie cognitive e comportamentali più efficaci per affrontare ciò che ti genera ansia.
A tutti può essere capitato di sentirsi emozionati o agitati in alcuni contesti sociali magari poco conosciuti, o prima di parlare in pubblico.
Tuttavia, se questi vissuti sono transitori, tendono a risolversi da sé e a non creare disagio nella quotidianità di chi li sperimenta.
Se, invece, ogni volta che ti trovi in una o più situazioni sociali vivi una intensa paura o ansia di essere giudicato negativamente, potrebbe trattarsi di disturbo d’ansia sociale.
Chi ne soffre spesso cerca di mascherare ciò che prova nel timore di essere rifiutato o considerato negativamente dagli altri e spesso tende ad evitare le situazioni temute.
Intervenire tempestivamente può essere utile per non consolidare le convinzioni e le esperienze di isolamento e inadeguatezza che questa problematica può generare, aiutandoti a fare esperienza di nuove abilità di gestione dell’ansia e di competenze sociali.
Fobie
La paura è un’emozione utile per la specie umana poiché permette di preservarsi e di evitare situazioni potenzialmente dannose.
La paura, però, si differenzia dalla fobia, in quanto la prima si manifesta solo quando il pericolo è presente e vicino anche temporalmente, mentre la seconda consiste in una paura molto intensa e persistente di un particolare oggetto, situazione o persona.
Quest’ultima si manifesta soltanto in situazioni specifiche che il soggetto tenta, a volte anche inconsapevolmente, di evitare, per sfuggire all’ansia che suscitano.
Tale meccanismo non fa altro che mantenere viva la convinzione che ciò che si teme sia effettivamente pericoloso.
Qualora una fobia si stia rivelando fonte di sofferenza e limiti la tua vita, può essere necessario intervenire per imparare ad affrontare e gestire i vissuti che la alimentano.
Ipocondria
Quando ci si preoccupa (o si è certi) di avere una grave malattia e tale paura causa un disagio molto intenso e si mantiene nonostante adeguati accertamenti medici, si parla di ipocondria.
Tale problematica attualmente viene chiamata Disturbo da Ansia di Malattia, nel momento in cui la persona teme di avere una grave malattia in assenza di sintomi somatici o in presenza di sintomi di lieve entità.
Ci si riferisce invece al Disturbo da Sintomi Somatici, nel momento in cui i sintomi avvertiti sono sproporzionati rispetto all’ansia che causano e portano a un forte disagio nella vita quotidiana.
In ogni caso, la persona che soffre di questi disturbi tende a valutare catastroficamente normali sensazioni fisiche che vive come correlate a gravi malattie.
Se ti trovi a vivere un disagio simile, può essere utile un supporto che ti aiuti a conoscere come funziona questo disturbo e ad identificare i comportamenti che lo mantengono, in modo da poter intervenire efficacemente.
Disturbi dell'umore
Cambiamenti nel tono dell’umore possono considerarsi normali, sono infatti connessi a ciò che ci accade e al nostro modo di interpretarlo e farvi fronte.
I pensieri e le emozioni sono reciprocamente collegati: quel che pensiamo influenza come ci sentiamo e viceversa, creando il nostro personale modo di vivere la realtà.
Nel momento in cui, invece, l’umore tende ad essere triste e malinconico per la maggior parte del tempo e ciò interferisce significativamente con diverse aree della nostra vita (sociale, relazionale o lavorativa), si parla di Disturbi depressivi.
Il più conosciuto tra essi è la Depressione maggiore, in cui l’umore depresso non è dovuto a eventi specifici e si accompagna a perdita di interesse e piacere per le normali attività, carenza di energie e di capacità di concentrazione, disturbi del sonno e dell’appetito, bassa autostima e, talvolta, ideazione suicidaria.
Se i sintomi sono invece meno intensi, ma l’umore depresso persiste da almeno due anni e diviene cronico, si parla di Disturbo depressivo persistente, problematica spesso meno facilmente identificata in quanto, appunto, caratterizzata da segnali meno allarmanti.
Sintomi di un disturbo depressivo possono essere anche frequenti scatti di rabbia e aggressività, in tal caso si parla di Disturbo da disregolazione dell’umore dirompente, caratterizzato da un’irritabilità pervasiva che permane tra una crisi e l’altra.
Meno conosciuti come disturbi depressivi, ma non meno rilevanti, sono invece i Disturbi bipolari, caratterizzati dalla presenza di episodi depressivi alternati ad episodi maniacali o ipomanicali, in cui la persona vive un umore euforico e comportamenti disinibiti o eccessivi a vari livelli, (ad es. logorrea, ridotta necessità di dormire,accelerazione del pensiero e attivazione psicomotoria), che talvolta possono diventare pericolosi per se stessi o per gli altri.
Se ti riconosci in una di queste problematiche, può esserti di aiuto iniziare un adeguato percorso di auto-consapevolezza che ti permetta di comprendere il significato di questa sofferenza e di valutare le strategie più utili per affrontarlo evitando ricadute.
La psicoterapia cognitivo- comportamentale, abbinata ad interventi basati sulla mindfulness, può essere un valido contributo nel riconoscere cosa accade dentro di te, imparare a distanziarti dal flusso di pensieri che portano questi disturbi a mantenersi e apprendere nuove strategie per relazionarti a te stesso e agli altri.
Depressione post partum
Molte situazioni di vita potrebbero provocare nella neo-mamma un senso di senso di ansia e inadeguatezza rispetto alla propria esperienza genitoriale.
Difficoltà familiari o nell’avvio dell’allattamento, carenza di sonno o la fatica dovuta problematiche del neonato come coliche o reflusso gastroesofageo o a malattie più gravi, possono essere causa di vissuti di malessere e sfociare in Depressione post partum.
Le mamme che ne soffrono spesso si sentono incapaci di accudire il loro figlio e vivono sentimenti di tristezza, vergogna e irritabilità che si accompagnano a disturbi del sonno e dell’appetito e che compromettono una relazione serena col neonato.
Questi vissuti possono diventare fonte di grande sofferenza per la madre, poiché creano un senso di ambivalenza dovuto alla discrepanza tra le difficoltà che vive nel presente e come lei stessa immaginava la propria esperienza di maternità.
Ciò viene spesso aggravato da giudizi critici nei confronti di se stessa e dalla difficoltà in chi la circonda di comprendere i suoi vissuti in un periodo in cui tutti si aspettano da lei sentimenti di gioia ed entusiasmo.
Se sei una mamma che si trova in una situazione simile di sofferenza, un adeguato supporto sociale e clinico può aiutarti a non isolarti e ricevere il sostegno che meriti, imparando a comprendere e gestire i tuoi vissuti e a costruire una buona immagine di te stessa come madre.
Disturbo ossessivo-compulsivo
Quando il Disturbo ossessivo-compulsivo prende piede nella vita di una persona, spesso non viene considerato tale, in quanto chi lo vive cerca di gestire l’ansia derivata da pensieri ricorrenti e intrusivi, mettendo in atto dei rituali finalizzati a ridurre la preoccupazione che avverte.
Tuttavia, chi vive questa problematica può sentirsi sovrastato da questi pensieri ossessivi e dall’ansia che provocano, dedicando sempre più tempo alle compulsioni, ovvero a quei comportamenti (ad es. di controllo o di pulizia), che ai suoi occhi diventano indispensabili per far scemare la tensione che prova.
Ossessioni e compulsioni possono portare ad evitare le situazioni temute e occupare molto tempo durante la giornata, creando un forte disagio non solo alla persona in questione, ma anche a chi le vive accanto, che spesso si sente disarmato e impotente davanti a tali dinamiche.
Se ti trovi a vivere un simile disagio, in prima persona o come familiare, considera la possibilità di intraprendere un percorso psicologico per imparare a conoscere questo disturbo e i meccanismi che lo mantengono, al fine di gestirlo consapevolmente.
Autostima, rabbia e problemi di relazione
Ognuno di noi ha uno stile del tutto personale nel rapportarsi con se stesso e con gli altri e questa peculiarità deriva da un insieme di fattori, in primis dal temperamento che ci accompagna fin dalla nascita, ma non meno dalle relazioni significative che instauriamo e dagli eventi di vita che abbiamo affrontato.
Alcune persone raccontano di aver sempre avuto una bassa autostima, altre difficoltà nella gestione di rabbia e aggressività, o problemi nell’instaurare o mantenere relazioni, i quali danno origine a un senso di inadeguatezza sociale e insoddisfazione personale.
Altre volte questi vissuti di malessere sono circoscritti a periodi di vita particolarmente difficili o seguono esperienze che hanno lasciato una traccia negativa nel proprio modo di vivere e che non sono state adeguatamente comprese ed elaborate.
Intraprendere un percorso psicologico permette di aver maggior consapevolezza di come nascono queste difficoltà, imparando a mettere in pratica nuove strategie per vivere più pienamente e serenamente il rapporto con se stessi e con gli altri.
Elaborazione di esperienze traumatiche
Il termine “esperienza traumatica” è diventato di uso comune e molto spesso viene eccessivamente normalizzato.
In ambito clinico, per “trauma psicologico” si intende un’esperienza improvvisa, con alto impatto emotivo, su cui la persona sente di non avere controllo e che sottopone se stessa o persone care a paura di morire o a minaccia dell’integrità fisica.
Ciò comporta una rottura della continuità nella percezione di passato e presente e porta la persona a sentirsi disorientata .
Se ti trovi ad aver vissuto, direttamente o indirettamente, un’esperienza dolorosa di questo tipo, puoi aver bisogno di tempo per elaborarla, ma talvolta anche di strumenti adeguati che ti aiutino ad affrontare questo processo in modo da evitare che la sintomatologia che spesso si presenta si trasformi in un Disturbo da stress post traumatico.
Esso può essere caratterizzato da frequenti ricordi ricorrenti e intrusivi dell’esperienza traumatica, incubi, reazioni dissociative, ansia e percezione di un malessere intenso nel momento in cui si viene in contatto con stimoli che ricordino l’accaduto.
Questi vissuti possono rendere molto faticosa e spiacevole la tua quotidianità, limitandola notevolmente, ecco perché si rivela molto utile un lavoro clinico specifico su tale problematica.
Stress
Lo stress può essere definito come la percezione che le richieste esterne che ci vengono rivolte siano superiori rispetto alle risorse di cui disponiamo per affrontarle.
Al giorno d’oggi sono poche le persone, di varie fasce di età, che non vengono coinvolte in ritmi stressanti e situazioni lavorative e sociali fortemente richiestive e competitive, con conseguenti manifestazioni di stress, come ad es. insonnia, somatizzazioni, sentimenti di demotivazione e insoddisfazione, fino a veri e propri disturbi d’ansia e dell’umore.
Pur essendo essenziale imparare a riconoscere e rispettare i propri limiti e necessità psico-fisiche, alcune volte non è possibile modificare le situazioni in cui ci troviamo coinvolti e si rivela indispensabile apprendere delle strategie che ci aiutino a non sprecare le nostre energie, ottimizzandole.
Se ritieni di aver bisogno di imparare come migliorare la tua qualità di vita sfruttando al meglio le tue risorse personali, può esserti utile un percorso basato su tecniche di rilassamento e pratiche di mindfulness.
Quando non puoi arginare le onde, impara a fare surf.
J. Kabat-Zinn